Sono pronta a scommettere qualsiasi cifra e la mia credibilità sul fatto che a CHIUNQUE sia andato almeno una volta dall’Osteopata si sia visto mettere “le mani in testa”: è scientificamente provato che, indipendentemente dalla problematica per cui ci si reca in studio, dal dolore alla caviglia al reflusso, l’Osteopata le mani in testa le metterà. Ma perché? Proviamo a sviscerare insieme questo “arcano” anche detto OSTEOPATIA CRANIALE.
Da definizione, il trattamento cranico osteopatico è “Un approccio gentile e delicato che tratta disfunzioni del cranio, del sacro e di tutto il sistema corpo per migliorare la circolazione del liquido cerebro-“ .. Meglio che mi fermi! Ci avete capito qualcosa? Tranquilli, ogni studente di osteopatia ha avuto la vostra stessa reazione al primo incontro con l’Osteopatia craniale, quindi siete in buona compagnia!
Questa metodica è stata messa fortemente in discussione, vista la mancanza di evidenze scientifiche, e – visto che le cose semplici NON mi piacciono – forse è proprio per questo che mi affascina tanto (sebbene allo stesso tempo mi lasci ENORMI domande sul perché e sul come realmente funzioni).
Non sono così “studiata” da potervi dare una definizione che vi consenta di capire tutto, però ci proverò ugualmente: consideriamo il corpo come una macchina guidata da un motore, il sistema nervoso centrale (SNC), composto da cervello e midollo spinale. Vista la loro importanza, letteralmente vitale, esse sono ben protette rispettivamente dalla scatola cranica, o cranio, e dalla colonna vertebrale, scorrendo al suo interno. Un pilastro fondamentale del pensiero osteopatico, e della medicina in generale, è l’esistenza di una fortissima relazione fra “contenitore” e “contenuto”. Per questo motivo si può interviene sul primo per agire sul secondo e, tornando al discorso del “motore del corpo”, agire sul suo contenitore può influenzare tutto il sistema corpo, che viene visto quindi come un unicum.
Questo è come IO contestualizzo nella mia pratica la sfera cranica ed il suo trattamento. Dubito che i miei ex docenti avrebbero dato la stessa spiegazione, ma credo che anche loro, agli inizi, abbiano avuto i miei stessi dubbi e per questo abbiano cercato delle spiegazioni che “calzassero” con il loro pensiero clinico.
È un campo estremamente complicato ed ancora molto nebuloso che però FUNZIONA ed io ne sono un esempio: fin dalla più tenera età, ho sempre sofferto di mal di testa molto forti. Sono stata in cura per anni presso il centro delle grandi cefalee, ma con scarsi risultati. Quando ho iniziato a frequentare l’ISO (Istituto Superiore di Osteopatia), ne ho approfittato e sono andata a farmi trattare da uno studente che stava frequentando il V anno.
Raccolti tutti i dati sulla mia storia clinica, compresa la questione mal di testa, abbiamo iniziato una serie di trattamenti che, ricordo bene, comprendeva anche una serie di tecniche in ambito cranico.
Con mio grande stupore, da allora non ho quasi più sofferto di mal di testa, se non in rarissimi casi! Ovviamente ogni persona è a sé ed il trattamento viene recepito in maniera diversa da ognuno ma, per quanto mi riguarda, il mio primo incontro con l’Osteopatia craniale è stato decisamente una rivelazione e benedizione.
Ma quindi per quali ragioni possono venir integrate nel trattamento tecniche in ambito cranico?
- Cefalea ed emicrania
- Click o blocchi mandibolari
- Stanchezza oculare
- Disturbi otorinici, come acufeni
- Asimmetrie craniche pediatriche
- …
Spero di essere riuscita a solleticare la vostra curiosità e se voleste saperne di più, magari parlandone dal vivo durante un trattamento, sapete dove trovarmi!
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